• Patrick e Stefano, un sogno lungo 30 mila km

Dal Friuli Vg alla Mongolia a bordo di un fuoristrada d’epoca tra avventura e altruismo

GRADISCA D’ISONZO. Un sogno lungo 30 mila chilometri attraverso Europa e Asia, per raggiungere Ulan-Bator a bordo di un fuoristrada del 1984. Non mancano coraggio e un pizzico di follia a Patrick Silvestri, cormonese, e al triestino Stefano Motta, partiti da Gradisca alla volta della Mongolia.

I due fuoristradisti del Fls Club di Udine (Freedom Live Style) hanno salutato parenti, amici e appassionati con una serata a “Il Maialotto” di via Garibaldi prima di mettersi alle spalle i primi chilometri di un’avventura che in due mesi li porterà ad attraversare due continenti. Il tutto a bordo di un attempato ma grintoso Toyota Land Cruiser – adeguatamente rimesso in sesto -, che di chilometri alle spalle ne ha 50 mila e che per tutta la durata del viaggio sarà la loro casa dotata di ogni genere di comfort: dai lavandini alla doccia, al sistema di refrigerazione sino alle potenti batterie che serviranno a fornire la corrente per computer, macchine fotografiche e telefoni.

Una volta lasciatisi alle spalle le relativamente comode autostrade russe, Silvestri e Motta si caleranno gradatamente nella tundra siberiana proseguendo sulle carrarecce dell’Altai mongolo, la steppa, la tundra e infine il deserto del Gobi. In Mongolia i due appassionati di offroad porteranno aiuti, materiale didattico e ludico ai bambini più bisognosi. Indispensabile l’aiuto di tanti amici e sponsor: Toyota-Autocrali, Maialotto, Brugal, Tlt, Vitrifrigo, Fiamm, Off4, Porto San Vito, farmacia S.Maria Villa Vicentina, Atelier di Elisa.

Patrick Silvestri, classe 1972, cormonese, da sempre coltiva la passione per la montagna e i viaggi. «Il senso di libertà di un viaggio come questo è la mia filosofia di vita» racconta, lui che alcuni anni or sono se la vide brutta in Malesia salvato nelle foreste schiaffeggiate dai monsoni. La sua passione per i viaggi lo ha portato dal Kenya a Capo Nord, dalla Malesia all’America. Stefano Motta, triestino, classe 1984, si appassiona da giovane alla guida di vetture fuoristrada, spinto dall’ideale di libertà. Il suo curriculum vanta diversi viaggi avventura, principalmente nell’Africa settentrionale.

  • In Mongolia per aiutare i bambini

Partiti da Gradisca due giovani fuoristradisti alla volta di Ulan-Bator. Percorreranno 30mila km

GRADISCA. Un sogno lungo 30mila chilometri attraverso Europa e Asia, per raggiungere Ulan-Bator a bordo di un fuoristrada del 1984. Non mancano coraggio e un pizzico di follia a Patrick Silvestri, cormonese, e al triestino Stefano Motta, partiti da Gradisca alla volta della Mongolia. I due fuoristradisti del Fls Club di Udine (Freedom Live Style) hanno salutato parenti, amici e appassionati con una serata a “Il Maialotto” di via Garibaldi prima di mettersi alle spalle i primi chilometri di un’avventura che in due mesi li porterà ad attraversare due continenti. Il tutto a bordo di un attempato ma grintoso Toyota Land Cruiser – adeguatamente rimesso in sesto – che di chilometri alle spalle ne ha 50mila e che per tutta la durata del viaggio sarà la loro casa dotata di ogni genere di comfort: dai lavandini alla doccia, al sistema di refrigerazione sino alle potenti batterie che serviranno a fornire la corrente per computer, macchine fotografiche e telefoni.

Una volta messisi alle spalle le relativamente comode autostrade russe, Silvestri e Motta si caleranno gradatamente nella tundra siberiana proseguendo sulle carrarecce dell’Altai mongolo, la steppa, la tundra e infine il deserto dei Gobi. In Mongolia i due appassionati di offroad porteranno aiuti, materiale didattico e ludico ai bambini più bisognosi. Indispensabile l’aiuto di tanti amici e sponsor: Toyota-Autocrali, Maialotto, Brugal, Tlt, Vitrifrigo, Fiamm, Off4, Porto San Vito, farmacia S.Maria Villa Vicentina, Atelier di Elisa.

Patrick Silvestri, classe 1972, cormonese, da sempre coltiva la passione per la montagna e i viaggi. «Il senso di libertà di un viaggio come questo è la mia filosofia di vita» racconta, lui che alcuni anni or sono se la vide brutta in Malesia salvato nelle foreste schiaffeggiate dai monsoni. La sua passione per i viaggi lo ha portato dal Kenya a Capo Nord, dalla Malesia all’America. Stefano Motta, triestino, classe 1984, si appassiona da giovane alla guida di vetture fuoristrada, spinto dall’ideale di libertà.  È l’unico dei due a essere già stato in Mongolia.

Foto: Stefano Motta